Le note delle nuvole (una vita in altalena)

di Guido Festinese

diretto e interpretato da Matteo Aldo Maria Rossi

musiche eseguite dal vivo da Stefano Riggi (sax) ,Rodolfo Cervetto (batteria), Dino Cerruti (contrabbasso)

lettura dal vivo della lirica “Pietre” eseguita da Livia Mondini

 

Ph. Sara Ciommei

Le Note Delle Nuvole è il terzo spettacolo della compagnia Note in Quinta, nata nel 2013 con l’intento di unire prosa e musica al servizio di un’inedita e dinamica formula narrativa, per omaggiare i Grandi della tradizione musicale e, attraverso la loro opera, raccontare il mondo, così come ci appare.
Dopo i precedenti Elvira, Elvire (ovvero Puccini: l’uomo, il mito, la musica, l’amore) e GiallOperetta, coi quali si è inteso celebrare l’Opera e l’Operetta, con Le Note Delle Nuvole la prosa incontra il jazz attraverso un tributo a Cesare Marchini, altosassofonista, compositore e arrangiatore scomparso nel 2013, allievo di Lennie Tristano e decano, a Genova, della Bansigu big band.
Le Note Delle Nuvole, adattamento teatrale di Matteo A. M. Rossi dell’omonimo racconto di Guido Fetinese (in La regale marginalità, Fusta Editore, 2017), è uno spettacolo-concerto che offre la narrazione della vita e della carriera di Marchini in forma di monologo, intervallato da noti brani (tra i quali alcuni dello stesso Marchini) eseguiti dal vivo da Stefano Riggi (sax), Rodolfo Cervetto (batteria) e Dino Cerruti (contrabbasso).

“L’esperienza artistica e biografica del musicista attraversa luoghi ed epoche lontane, costantemente alimentata da rigore, disciplina e amore per la musica, dipanandosi lungo un unico filo conduttore, un pentagramma ideale che unisce le remote atmosfere istriane con le ruvide e sonnolenti pietre genovesi. Ecco come l’autore Guido festinese ne descrive la figura unica:
Le note delle nuvole è nato con l’automatismo di scrittura che regalano i sogni, ma con i piedi ben affondati nella realtà. Una ventina d’anni fa, forse qualcosa di più, seguivo come addetto stampa le vicende della Bansigu Big Band, il grande ensemble jazzistico allora diretto da Pietro Leveratto facile da condurre, per dirla come diceva lo stesso Leveratto, “come un tir nei caruggi”. C’era un uomo architrave che non sbagliava mai, che aveva risorse di pazienza infinite, sotto una patina burbera e ironica per chi era più giovane e sbagliava, che preferiva rimanere tra le fila dei sax con le movenze asciutte e la parsimonia di movimenti che veniva da un’altra epoca. Era Cesare Marchini. Mi incuriosiva quell’uomo già d’età sempre elegante e sempre con la battuta fulminante, con occhi che sembravano aver visto molto più di quanto le sue frasi parche raccontassero. E così andò a finire che concordai con Musica Jazz la prima intervista con Marchini. L’uomo, il formidabile pittore iper realistico, l’arrangiatore, il didatta supremo, il sassofonista contralto che, come uno specchio fraterno, restituiva nel fraseggio lucido e architettonicamente perfetto le volute dell’amico Lee Koniz. L’italiano apolide che era stato in giro per mezzo mondo, e sembrava non essersi mai mosso da qui. Cesare diventò mio amico, gradualmente. Ogni volta che pronunciava una mezza frase, saltavano fuori altri particolari da una vita che lui voleva far apparire normale e quasi dimessa, ma in realtà pulsava di fatti, di riflessioni, di lavoro brulicante e creativo, di giovani che si rivolgevano a lui come a una sorta di maestro zen del paradosso. Cesare Marchini è stato un piccolo grande tesoro dell’intelligenza del Novecento. Per questo andava ricordato.”
Guido Festinese

 

Ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti.

Villa Bombrini, Via L.A. Muratori, 5 Genova Cornigliano

Ampio parcheggio libero e gratuito.                           

 

Per informazioni:  jazzlighthousegenova@gmail.com o 3494259796;